L’importanza di combattere la disinformazione e la necessità di innovare. Questi i temi principali affrontati nella tavola rotonda durante SoLeather, manifestazione organizzata dal Comune di Solofra e Unic Concerie Italiane insieme a Lineapelle. Da oltre cinque secoli Solofra è uno dei principali poli conciari del made In Italy. Specializzato nella concia e nel trattamento di pelli ovicaprine, si estende su un territorio di 115 chilometri quadrati dove operano circa 141 imprese per un totale di circa 1800 addetti e un fatturato che si aggira sui 220 milioni di euro, il 60% derivante dalle esportazioni.
“Il settore gode di discreta salute – ha dichiarato Fabrizio Nuti, presidente Unic concerie italiane, durante l’incontro moderato dalla giornalista Mariella Milani – ma ci sono ancora alcuni rimbalzi derivati dal Covid. È un comparto che vive su eventi, viaggi, mostre e diventa attivo quando le persone si muovono. Il nostro made in Italy non ha rivali, la mia preoccupazione si concentra invece sulla comunicazione della sostenibilità. La nostra materia prima rappresenta il 50% del prodotto finito. Quale industria parte da uno scarto? La concia si avvale degli scarti a cui aggiungiamo recuperi e trattamenti, siamo arrivati al 95% di riuso e riciclaggio, questo però il consumatore non lo sa. Per chi fa questo mestiere sembra ovvio ma non lo è. La comunicazione è diventa importante, occorre vicinanza da parte delle istituzioni e amministrazioni, far conoscere le attività messe in atto per la sostenibilità perché più ci si allontana dall’ambito locale meno si conosce”.
Fulvia Bacchi, AD Lineapelle e direttrice generale Unic Concerie Italiane, ha spiegato: “Dell’industria conciaria si conosce molto poco: non un animale viene ucciso per realizzare la pelle, ci si avvale di scarti della macellazione e dell’industria alimentare. Si pensa alla conceria come luoghi fatiscenti ma non lo sono, c’è la concezione dell’industria inquinante che facciamo fatica a contrastare ma credo che questi attacchi nascondano aspetti di marketing per promuovere materiali alternativi che nulla hanno a che fare con la pelle. La pelle è un materiale naturale e organico che ha pregi che questi materiali non possono avere. I materiali che criticano la pelle si chiama ‘vegan leather’ ed ‘eco-pelle’, dal 2020 le parole ‘pelle’ e ‘cuoio’ non possono essere utilizzati per materiali che non siano pelle e stiamo combattendo per una legge europea che dia ancora più garanzie. Voglio sottolineare anche il ruolo sociale che hanno le nostre imprese sul territorio, gli sforzi per mantenere i posti di lavoro anche durante il Covid, l’attenzione alle donne che entrano in conciaria e ricoprono anche ruoli dirigenziali”.
“Da circa 140 anni l’Industria conciaria italiana ha un istituto di ricerca, ciò significa che il prodotto si innova continuamente – ha dichiarato Edoardo Imperiale, direttore generale dell’istituto di ricerca Stazione Sperimentale per l’industria delle pelli -. Trasformare uno scarto in un oggetto iconico e bello ma non è una magia, c’è lavorazione e ricerca nei processi di produzione. La ricerca è una leva importante per la comunicazione, va approfondita per dimostrare che c’è adattabilità da quel che ne deriva. Gli imprenditori finanziano l’istituto, ci sono le aziende più importanti che rappresentano il 75% del fatturato e ci sono anche 1300 aziende piccole, quest’anno la nostra rivista compie cent’anni”.
“Tutti abbiamo un capo di pelle prodotto a Solofra – ha asserito Beppe Angelini, buyer proprietario della boutique Sugar di Arezzo -. Sebbene la sostenibilità sia un tema attualissimo il cliente finale tutt’oggi non è attento, solo i più giovani danno valore alla sostenibilità. C’è inoltre il fattore presso, la pelle arriva a cifre difficili per la vendita. La pelle funziona e piace ma bisogna tornare a rivedere i prezzi”. Hanno inoltre preso parte all’incontro il sindaco di Solofra Nicola Moretti, gli imprenditori conciari Felice Maffei (Carisma), Gaetano De Maio (Derma) e Mario De Maio (Dmd).
Dopo l’incontro è stata allestita una serata speciale in piazza San Rocco condotta da Jo Squillo, oltre ad alcuni interventi di cariche pubbliche e addetti ai lavori hanno sfilato le creazioni di Mario Dice, Alessandro De Benedetti, Cassell, Osci Lab e Luisa Atelier.